La crisi abitativa tra giovani e anziani

In una società segnata da profondi cambiamenti demografici, economici e sociali, la questione abitativa si rivela sempre più come un crocevia di destini incrociati, dove le diverse generazioni si trovano, spesso loro malgrado, a competere per risorse sempre più scarse. D’altra parte, questa competizione, se vista sotto una luce differente, potrebbe trasformarsi in una cooperazione, in un patto generale che unisce anziché dividere, basato sulla condivisione di solitudini e fragilità diverse. Traducendo in contesto esclusivamente umano il pensiero di Donna Haraway, si può affermare che vige una relazione di cooperazione e interdipendenza tra le generazioni che partecipano della loro reciproca costituzione.

Ai due estremi di questo spettro, abbiamo gli ultra-settantenni che, in molti casi, dispongono di un immobile di proprietà, conquistato con il lavoro di una vita, ma che si trovano a fronteggiare la solitudine e le difficoltà legate all’età. All’altro capo, una generazione di giovani che si scontrano con un mercato immobiliare inaccessibile, che rende il sogno della casa propria un miraggio e spinge sempre più individui verso affitti esorbitanti o accampamenti di fortuna senza fine. Tra i due estremi un mondo variegato fatto di prolungate permanenze presso i genitori, difficoltà nel costituirsi come nucleo famigliare autonomo e crisi delle nascite ormai ineluttabilmente indirizzata verso l’inverno demografico.

Molti anziani, pur avendo una casa, spesso vivono soli. Le reti familiari e sociali si sono assottigliate, lasciandoli ad abitare quotidianità fatte di silenzi e giorni che si susseguono senza soluzione di continuità. I giovani, pur avendo amicizie e connessioni sociali, si trovano alle prese con un tipo di precarietà che va oltre il lavoro e mina quella sicurezza abitativa che per decenni ha costituito un mantra del modello di risparmio nel nostro paese.

Di fronte a questa situazione si fa strada la necessità di un patto generazionale, un nuovo modello sociale e abitativo che vede anziani e giovani uniti in una sinergia basata sul mutuo aiuto. Questo patto può assumere la forma di un’abitazione condivisa, dove gli spazi sono distribuiti in modo tale da garantire privacy e indipendenza, ma che offre anche aree comuni dove condividere esperienze, tempo e, perché no, affetti.

I benefici che potrebbero scaturire da tale patto sono molteplici: per gli anziani, la rottura del muro della solitudine, la possibilità di qualcuno con cui condividere la quotidianità e su cui contare su un aiuto pratico nelle attività quotidiane più impegnative. Per i giovani, significherebbe invece accedere a una soluzione abitativa sostenibile ma anche arricchire la propria esperienza di vita del contatto con quelli che sembrano ormai abitanti di un continente sconosciuto.

Certamente la realizzazione di un patto del genere non è priva di problematiche da risolvere, al di là delle questioni pratiche, legate alla gestione degli spazi e alla convivenza quotidiana, uno scoglio è costituito da quelle che possono essere lette come “barriere culturali” e forme di pregiudizi. Le opportunità che ne deriverebbero però, in termini di coesione sociale, solidarietà intergenerazionale e soluzione a uno dei problemi più pressanti della nostra società, sarebbero immense.

L'idea di un patto generazionale fra anziani e giovani, basato sulla condivisione delle risorse abitative e di esperienze di vita, rappresenta non solo una risposta innovativa alla crisi abitativa, ma anche un modello di società più inclusiva, dove le generazioni si supportano reciprocamente, riconoscendo e valorizzando le diversità in quanto risorse anziché ostacoli.

In conclusione, il dialogo fra generazioni, la condivisione di spazi e di storie può trasformarsi in una strategia vincente, un ponte gettato sulle fragilità individuali che può condurre a una comunità più forte, unita e resiliente. Un patto generale fra solitudini e fragilità diverse non è solo possibile ma necessario, un passo coraggioso verso una società che sa guardare al futuro senza dimenticare il passato, che sa essere casa per tutti e tutte (in quanto la maggioranza di questa popolazione è costituita da donne), senza distinzioni di età.

Leggi la scheda dell’evento sul tema della casa:  “Sguardi e cantieri dell’abitare: verso il forum nazionale”

Approfondisci il tema sul sito di CNCA

Next
Next

In vista del forum di Bologna: dilemmi e proposte sul diritto all’abitare