La Sfida del CBD: si al confronto e alla libertà di opinione ma non alla manipolazione della realtà

Nella società contemporanea, la ricerca della verità e il confronto costruttivo delle idee sono fondamentali per il progresso. Tuttavia, talvolta, questioni delicate come quella del cannabidiolo (CBD) possono sollevare tensioni tra punti di vista scientifici e opinioni ideologiche. Il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 agosto ha aggiunto ulteriore combustibile a questo dibattito, equiparando il CBD a una sostanza psicotropa, nonostante l’assenza di effetti psicotropi dimostrati scientificamente.

Questo evento richiama l’attenzione su un tema più ampio: la libertà di opinione e il confronto aperto in una società democratica.

Per garantire un dialogo costruttivo, dobbiamo evitare derive “in group out group” e bias di conferma, abbracciando un atteggiamento laico e aperto.

La prima chiave per affrontare questo dilemma sta nel riconoscere la differenza tra scienza e ideologia. La scienza si basa su evidenze empiriche, sperimentazione e analisi obiettive.

Nel caso del CBD, le ricerche hanno dimostrato che non possiede gli effetti psicotropi associati al tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo psicoattivo della cannabis. Pertanto, l’equiparazione del CBD a una sostanza psicotropa sembra discostarsi dalla scienza.

Tuttavia, l’aspetto più cruciale è la libertà di opinione. Le opinioni, anche se non basate su fatti scientifici, sono parte integrante del dibattito pubblico. L’ideologia, sebbene possa divergere dalla scienza, ha il diritto di esistere e di essere espressa.

Il vero confronto avviene quando ascoltiamo e comprendiamo le opinioni degli altri, anche se non le condividiamo, ma deve esprimersi come tale: è giusto riconoscere anche ad un terrapiattista il diritto di espressione? Si ma questo in un contesto in cui le opinioni di confrontano fra loro e chi ascolta può confrontarle, diverso è trasformare quelle opinioni in norme da parte del legislatore.

L’approccio laico e aperto implica che le decisioni politiche e legislative debbano essere fondate su dati scientifici e considerare attentamente il benessere della società.

In questo caso, il CBD dovrebbe essere regolamentato in base alle evidenze scientifiche, evitando decisioni basate unicamente su pregiudizi o opinioni ideologiche.

Clicca qui per scaricare il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 21 agosto

Leggi gli articoli della rubrica mensile di Francesco Crestanti La cannabis che cura, dedicata agli usi terapeutici della cannabis, su Fuoriluogo

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