Ri.vi.vere. La possibilità di “rifiorire, tornare a esserci, a esistere”

Se togliamo i punti, andiamo al cuore del progetto “Ri.vi.vere”, articolato in due macro-azioni che hanno saputo unire due importanti obiettivi: formare e informare e valorizzare attraverso lo scambio e il confronto le conoscenze maturate dai centri e dalle strutture che si occupano di accogliere, ascoltare e trattare uomini autori di violenza.

In questo senso “rivivere” ha significato per alcuni di loro il rifiorire di una nuova motivazione al cambiamento. Rivivere, all’interno di consapevolezze nuove, un diverso perimetro entro il quale ridisegnare la relazione con il femminile.

Intrecciare il sapere con il saper fare, è stato il ponte per creare le basi per una condivisione del “saper essere” di molte realtà territoriali piemontesi. Nella condivisione esse hanno meglio potuto raccontare la peculiarità della loro offerta terapeutica ma anche la tensione comune a rimettere in discussione il metodo e a creare un linguaggio condiviso. Questo passaggio è necessario se si vuole dare al Codice Rosso la forza per generare reali percorsi di messa in discussione.

Così ha preso avvio nell’arco del tempo un appuntamento con gli operatori che a diverso titolo incontrano e intercettano storie di violenza. Tra cornice giuridica e cornice terapeutica, passando dalla sosta forzata di mettere in dialogo diversi soggetti, del pubblico e del privato. Informare sul fenomeno, offrendo letture complesse, ma anche fornire mappe di orientamento per accompagnare. Perché non basta sensibilizzare se poi non si hanno opportunità per orientare l’uomo e per accompagnarlo a trovare ascolto.

Il 20 marzo dalle 14 alle 18, alla Fabbrica delle “e”, proveremo a restituire, attraverso la voce dei protagonisti un percorso articolato. Un percorso che non si conclude con il progetto “Ri.vi.vere”, ma che ambisce a fornire continuità alle azioni e coerenza all’idea che, oggi più che mai, investire sull’accoglienza degli uomini autori di violenza paga.

Ri-comporre la molteplicità ci aiuterà a non restare fermi su alcuni “punti” che ora possiamo rimettere per ri-tornare al cuore della violenza di genere e della violenza in generale. Come operatori, possiamo e vogliamo andare incontro ad un fenomeno che ci ri-guarda tutti e che vede come prima azione di prevenzione il saperlo ri-conoscere nella sua valenza individuale, sociale e culturale.

“Ri.vi.vere”, con l’indispensabile supporto della Regione Piemonte, ha mostrato che unendo le forze questo è possibile.

Ri.vi.vere.

Il lavoro con gli autori di violenza tra motivazione, responsabilità e cambiamento

Il 20 marzo alle ore 14,00

Fabbrica delle “e”, Corso Trapani 91b, Torino

Partecipano: Chiara Caucino (Assessore Regione Piemonte Infanzia, genitorialità e ruolo della famiglia nelle politiche del bambino, Politiche della casa, Benessere animale, Pari opportunità, Personale ed organizzazione, Affari legali e contenzioso), Angela La Gioia (Università della Strada Gruppo Abele), Georgia Zara (Università degli studi di Torino, Ordine degli Psicologi del Piemonte), Nicoletta Solivo (Avvocato penalista e di diritto di famiglia), Roberto Poggi e Andrea Santoro (Associazione Cerchio degli uomini), Simona Ramella Paia (Associazione di promozione sociale Paviol di Biella), Giovanna Galasso e Marco Foglino (Fondazione Gruppo Abele).

Per iscrizioni: universitadellastrada@gruppoabele.org

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